sabato 19 maggio 2007

Contratto statali.Prodi

Da www.corriere.it

Il premier in vista del vertice di domenica sul «tesoretto»

Prodi: «Non voglio lo scontro sugli statali» «Dobbiamo gestire degli equilibri non facili, ma anche le ragioni dei dipendenti pubblici debbono essere considerate»


ROMA - Dopo la rottura tra governo e sindacati sul rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici l'esecutivo tenta di ricucire: «Non ho alcun desiderio di andare allo scontro» ha dichiarato il premier. Romano Prodi tende quindi la mano ai sindacati e, dopo aver annunciato venerdì l'intenzione di prendersi in carico la trattativa, afferma di voler tenere conto «delle ragioni dei dipendenti pubblici» anche se in un quadro più generale che tenga conto «dei seri problemi di compatibilità con i conti dello Stato».

IL VERTICE - Il segnale atteso dal sindacato potrà quindi arrivare domenica in occasione del vertice che si terrà a Palazzo Chigi tra Prodi, D'Alema, Rutelli, Padoa-Schioppa e Letta. Lì si dovrebbe fare il punto definitivo sull'utilizzo del «tesoretto», indicando in modo definitivo le priorità della politica economica. E stabilire quindi se ci saranno le risorse per chiudere l'accordo con i dipendenti pubblici.

RUTELLI OTTIMISTA - Il vicepremier Francesco Rutelli sembra ottimista: «l'accordo è maturo e sono convinto che sarà concluso nei prossimi giorni» anche perché «è nostro interesse assicurare il giusto riconoscimento a chi lavora come dipendente pubblico». Il vicepremier cerca anche di smorzare la critica rivolta ieri da Prodi al sindacato sullo sciopero: «E' uno strumento democratico, definirlo un'arma di ricatto non mi pare giusto».
Un invito all'esecutivo per scongiurare «assolutamente» lo sciopero arriva poi dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella: «andrebbe a penalizzare la crescita del Paese» sostiene il Guardasigilli.

I SINDACATI - Anche se quello di domenica non sarà, come ha precisato Prodi, un vertice «sui contratti pubblici, ma in cui discuterà del quadro generale» c'è attesa per capire in che modo, dopo il rifiuto di Padoa Schioppa a stanziare altre risorse, si risolverà la questione degli aumenti per i contratti pubblici. L'ipotesi di spalmare in tre anni gli aumenti previsti dall'accordo in modo da arrivare a regime ai 101 euro richiesti è stata respinta dal sindacato. «Questa è una sciocchezza» taglia corto il segretario generale della Fp Cgil, Carlo Podda, che aggiunge «ora l'unica soluzione che si può trovare è quella di chiudere il contratto». «Un allungamento si può anche discutere ma dopo la firma di questo contratto. Non è possibile - continua - che si possa ancora pensare a dare un colpo di piccone a un accordo già firmato».
«È un'ipotesi che non ci riguarda, una sciocchezza che conferma come la confusione sia ormai troppo alta. Il governo non sa di cosa parla così come quando confonde uno sciopero con un ricatto» ribatte il numero uno della Fps Cisl, Rino Tarelli, escludendo «tassativamente che ci possa essere una possibilità di spalmare i 101 euro».«Se hanno novità da proporre ce le presentassero: noi siamo disponibili al confronto» dice anche il segretario della Uil Pa Salvatore Bosco che però aggiunge «ciò non toglie che il governo ci deve dare una risposta sugli stanziamenti del biennio, che sempre 101 euro devono rimanere».


19 maggio 2007